Venerdì scorso, nell’ambito di una manifestazione di presentazione cui erano presenti i massimi esponenti del Corpo Forestale dello Stato e del Bioparco di Roma, è stato annunciato ufficialmente l’allestimento del primo Museo del Crimine Ambientale, unico in Europa.
Saranno esposti tutti i reperti sequestrati dal Corpo Forestale e dalla polizia giudiziaria che danno testimonianza di crimini perpetrati contro la conservazione di specie tutelate dalla convenzione Internazionale di Washington (Cites); avorio grezzo e lavorato, monili, conchiglie, pelli, coralli.
L’obiettivo del progetto è quello di sensibilizzare i cittadini verso la conservazione della biodiversità, fornendo loro tutte le informazioni necessarie a capire le incredibili dimensioni del mercato dei prodotti derivati da specie animali e vegetali. Il giro d’affari del fenomeno è infatti stimato nell’ordine dei 260 miliardi di euro l’anno, a livello internazionale e le verifiche effettuate, sul territorio nazionale ogni anno, in ambito doganale, portano al ritrovamento di migliaia di animali vivi; scimmie pappagalli, grandi felini e rapaci. Animali che senza alcun riguardo vengono strappati al loro habitat, tenuti qualche anno in posti improbabili da persone che si dichiarano amanti degli animali, spesso in abitazioni private e poi abbandonati quando raggiungono dimensioni tali per cui risulta difficile gestirli.
Amare gli animali significa rispettare la vita dell’animale, lasciare che questa si svolga in piena libertà e in condizioni di naturalità all’interno del proprio habitat, evitando di incentivare pratiche di commercio illegale di oggetti reperiti torturando e uccidendo specie indifese.