
Semplificare la normativa per valorizzare l’efficienza energetica
A sei anni dagli obiettivi del 2020, ci troviamo di fronte a numerosi modelli di gestione delle strategie di sostenibilità in campo edilizio, in quanto la limitazione degli effetti inquinanti e dei consumi energetici provenienti dal settore dovrà essere affrontata in modo analogo a quello del settore degli elettrodomestici.
I risultati dei rapporti tecnici elaborati negli ultimi anni, mostrano un grande potenziale di risparmio legato alle misure di efficienza, con tagli annui sui consumi finali entro il 2020 di 288 TWh in uno scenario di sviluppo ottimo e di 195 TWh in uno di sviluppo moderato, ed i risparmi maggiori si otterrebbero proprio dal settore edilizio comprendente il residenziale esistente e non.
Particolare attenzione dovrà essere prestata al raggiungimento di determinate prestazioni energetiche, tramite la ridefinizione delle strutture perimetrali, innovazioni, intese come interventi di schermatura solare, ottimizzare gli impianti esistenti o da fonti rinnovabili, arrivando al miglioramento della vivibilità degli spazi privati.
Per raggiungere questi obiettivi si dovranno sostenere visioni e strategie congiunte realizzando interventi sul patrimonio edilizio esistente; come? Identificando complessi edilizi da trasformare e migliorare, creando degli Eco quartieri o Eco periferie attraverso una procedura finalmente innovativa di intervento per la riqualificazione urbanistica a bilancio zero di consumo di suolo; con quali finalità? Puntando a ridurre drasticamente i consumi energetici – anche attraverso la gestione delle reti termiche e elettriche – e raggiungendo precisi obiettivi di qualità e sostenibilità sia sociale, economica ed ambientale dando maggiori certezze agli investimenti, agli attori della filiera delle costruzioni e soprattutto ai cittadini.
Il nostro è un patrimonio enorme, con evidenti problemi di vetustà e degrado e grandi incertezze strutturali – la staticità degli edifici, quella sismica ed idrogeologica del territorio – in un territorio fragile accompagnato dalla consapevolezza di quanto sia difficilissimo intervenire nelle città italiane, per la complessità delle procedure ed i costi degli interventi; sono queste le ragioni del gap riscontrato nel nostro Paese rispetto ad altre città europee.
Un esempio concreto di riconversione ecosostenibile del patrimonio edilizio è stato realizzato dalla Gran Bretagna con l’introduzione del “Green Deal” dove dal 2018 sarà vietato vendere o affittare edifici con classe energetica inferiore alla classe E, orientando i cittadini e le imprese verso precisi obiettivi strategici, permettendo di realizzare interventi a costo zero per le famiglie, interamente ripagati con il risparmio ottenuto dai consumi.
In aiuto della nostra attività ci vengono forniti dati emersi da uno studio effettuato dalla Preservation Green Lab del National Trust for Historic Preservation, in considerazione degli edifici riqualificati (già esistenti) i quali sarebbero il 30% più efficienti degli edifici ricostruiti con le medesime dimensioni ex-novo.
L’obiettivo non è particolarmente difficile da raggiungere ed il ruolo dei fondi europei 2014-2020 sarà fondamentale per sfruttare tali opportunità.
Occorre cogliere questa straordinaria occasione per fare in modo che queste risorse non siano disperse in mille labirinti burocratici.
Perciò incoraggiamo gli “addetti ai lavori” ad abbattere queste barriere normative che disincentivano la crescita e premiare quelle imprese che potrebbero investire in questo settore, creando occupazione rilanciando la crescita del Paese e favorendo la competitività.
A buona impresa corrisponde buona occupazione.
dott. Federico Purificati