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Questione di ecostile: il consumo sostenibile (parte 2)

 

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Posted 20 febbraio 2013 by

Una nuova sfida per le imprese pubbliche e private è quella di soddisfare i “bisogni ambientali” dei cittadini-consumatori

La consapevolezza, sempre più diffusa, che la responsabilità del degrado ambientale sia da attribuire soprattutto ai processi di produzione e consumo, ossia ai modi con cui i prodotti e i servizi sono generati, ha fatto sorgere l’esigenza di definire una strategia innovativa che fosse in grado di conciliare la necessità di progresso economico e sociale con il bisogno di garantire un’adeguata protezione dell’ambiente. Favorire le imprese che adottano sistemi di produzione e gestione ambientale, che producono beni e sviluppano economie utilizzando un adeguato numero di risorse – per esempio riducendo i consumi di energia, di acqua, di materie prime o di rifiuti – innesca un circolo virtuoso di eco-efficienza e promuove modelli di produzione sempre più eco-compatibili. Si da inizio ad un processo di benchmarking ambientale, che non significa limitarsi ad un confronto tra risultati o performance, ma vuol dire andare ad individuare delle criticità di gestione, ricercare le migliori soluzioni da adottare, utilizzando non solo il criterio strettamente economico, ma integrandolo con gli aspetti sociali ed ambientali. Tante e diverse sono le best practice e le iniziative che vogliono diffondere maggiore consapevolezza nelle scelte del consumatore, Virtuousitaly le elenca oramai da tempo, ma a fare da effetto traino ci sono spesso grandi organizzazioni come il WWF che, ad esempio, ha lanciato il servizio “Carrello della spesa virtuale”, che ci insegna a fare gli acquisti quotidiani rispettando l’ambiente.  Si sceglie un avatar personale, si imposta il numero dei componenti del nucleo familiare e, così, si entra in un supermercato fatto di pixel, virtuale appunto. Qui, carrello alla mano, si scelgono i prodotti che comunemente acquistiamo, indicando il tipo di imballaggio che preferiamo (vaschetta, cartone, etc…) e al termine della spesa il programma ci farà un resoconto delle nostre abitudini, facendoci comprendere, ad esempio, che dando la precedenza a prodotti di stagione o biologici si va a ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Con un approccio di questo tipo, il consumatore da soggetto passivo si trasforma in attore attivo e protagonista ovvero in un cittadino che vuole sentirsi parte integrante di un processo virtuoso, responsabile e proattivo.

Una delle nuove sfide lanciate alle imprese pubbliche e private è, in definitiva, quella di soddisfare i “bisogni ambientali” dei cittadini-consumatori: la protezione dell’ambiente ed un tipo di condotta responsabile diventano fattori di customer satisfaction ed orientano il marketing verso una nuova dimensione green. Se si indaga sui meccanismi di scelta della persone all’interno delle decisioni di acquisto, si possono determinare le leve strategiche su cui andare ad investire e si capirà che non è sufficiente realizzare prodotti e servizi che tutelino il pianeta, ma sarà necessario  risaltare, allo stesso tempo, il valore aggiunto apportato all’ambiente, un valore “verde” capace di differenziare i prodotti stessi e di risultare determinante durante il fatidico momento della scelta.

Leggi la prima parte dell’approfondimento sul consumo sostenibile: Questione di ecostile: il consumo sostenibile (parte 1)

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Redazione Virtuous

 
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La redazione di VirtuousItaly è composta da professionisti della green economy, in possesso di titoli ed esperienze nel campo dell'energia, della mobilità sostenibile, della gestione dei rifiuti e delle acque.


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