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Questione di ecostile: il consumo sostenibile (parte 1)

 

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Posted 16 gennaio 2013 by

Le nostre scelte non devono essere immaginate come un fatto privato, in realtà riguardano tutta l’umanità

Buona parte dei consumatori di tutto il pianeta condividono la speranza di vivere in un mondo più sano, eppure manca una cognizione precisa di cosa significa consumare in maniera sostenibile e responsabile.

Di solito, quando si parla di ambiente, ci si concentra sul problema dei rifiuti  e dell’inquinamento in senso stretto, ma fondamentale è in realtà considerare la questione a monte, ovvero andare a ponderare le scelte e le preferenze che diamo ai prodotti e l’uso che ne facciamo, una volta esaurita la loro utilità.

Consumo sostenibile significa acquistare beni capaci di rispondere ai nostri veri bisogni e che, al tempo stesso, possano salvaguardare e valorizzare l’ambiente che ci circonda, o quantomeno non alterare i suoi delicati equilibri. Il consumo sostenibile riguarda anche le tecniche di produzione che, se non controllate, esercitano un rilevante impatto sull’economia, sul sociale, oltre che sull’ecosistema. Per tale motivo, è essenziale che questi temi siano posti all’attenzione dei decision makers, che ne devono tenere conto nelle politiche di produzione e di marketing. La crescita incontrollata e priva di una logica integrata non ha futuro, si scontra con la limitatezza delle risorse disponibili, con gli equilibri ecologici locali e con lo sviluppo socio-economico del pianeta. Un ruolo chiave è quello che possono assumere i cittadini-consumatori che, consapevolmente, devono modificare i propri stili di vita, sconfiggere il mito della “crescita ad ogni costo”, ricordando a se stessi e agli altri che si consuma per vivere e non si vive per consumare. Usufruire delle risorse a disposizione in maniera attenta e sostenibile significa utilizzare equamente le ricchezze che la terra mette a disposizione, rispettando la sua capacità di assorbire e neutralizzare le sostanze tossiche prodotte dall’essere umano.

Questo nuovo modo di ripensare ad un utilizzo più “intelligente” delle risorse naturali, fa la sua comparsa ufficialmente nel 1987, con il rapporto della Commissione Mondiale su Ambiente e Sviluppo, noto come Rapporto Brundtland. Il documento esordisce affermando che “esiste un chiaro legame tra i problemi ambientali e la distribuzione della ricchezza e della povertà nel mondo”, evidenziando come il modello di sviluppo fino ad allora seguito – non molto diverso da quello attuale – sia il diretto responsabile della grave situazione ambientale che attanaglia il pianeta. L’idea di consumo sostenibile, al contrario, si basa su un modello di sviluppo che presuppone un’equa distribuzione delle materie prime, dell’energia e dell’acqua da utilizzare, rispettando l’ecosistema terrestre locale e globale. Citando nuovamente le parole del Rapporto Brundtlandm “un’economia sostenibile rappresenta nient’altro che un ordine sociale più alto, un ordine che si interessa delle generazioni future… più orientato al benessere del pianeta, piuttosto che alle acquisizioni di breve periodo”. Il passaggio auspicato è quello da un consumo critico ad un consumo responsabile, dove la consapevolezza e la razionalità fanno da sfondo ad ogni scelta e dove alla base vi è, inevitabilmente, uno stile di vita più parsimonioso, più lento e rispettoso dei cicli naturali. Le nostre scelte non devono essere immaginate come un fatto privato, in realtà riguardano tutta l’umanità, perché dietro a semplici gesti quotidiani, si celano meccanismi moltiplicatori  ed effetti trainanti che, se mal indirizzati, ricadono sul sociale e sull’ambiente.

Inoltre, apparentemente il consumo di una risorsa sembra un gesto che si esaurisce al momento dell’acquisto, in realtà è un processo ampio e, a seconda di come si affrontano i diversi passaggi, il nostro modo di consumare può avere un impatto ambientale pesante o leggero, può svolgere un ruolo sociale positivo o negativo. Per questo motivo, azioni responsabili non si configurano in comportamenti corretti su singoli aspetti, ma rappresentano un insieme di scelte che coinvolgono l’intero stile di vita del consumatore.

Leggi la seconda parte dell’approfondimento sul consumo sostenibile: Questione di ecostile: il consumo sostenibile (parte 2)

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Redazione Virtuous

 
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La redazione di VirtuousItaly è composta da professionisti della green economy, in possesso di titoli ed esperienze nel campo dell'energia, della mobilità sostenibile, della gestione dei rifiuti e delle acque.


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